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TOP 10 Alternative alla Plastica (più ecologiche)

Autore

Cristian Perinelli

Consulente marketing per Micro-imprese e Startup

Esperto in analisi dei dati, Campagne pubblicitarie Meta e Google, Posizionamento nei Motori di Ricerca e Sviluppo Siti Web

A sinistra piatti e posate in plastica biodegradabilie, mentre a destra piatti e posate in plastica tradizionale

Indice

Esistono delle vere alternative alla plastica?

Le plastiche derivate dal petrolio sono resistenti e multiuso, ma vengono realizzate con materiali decisamente dannosi per l’ambiente: non sono biodegradabili ne compostabili, e spesso non possono essere riciclate (pensiamo ai giocattoli per bambini).

Sebbene sia diventata un alleato di vita inseparabile, tanto da non poter neanche immaginare di vivere senza, esistono in commercio materiali alternativi alla plastica decisamente più sostenibili, che possono aiutarci a ridurre il nostro impatto sul pianeta.

L’uso della plastica derivata da prodotti petroliferi è così diffuso poiché è un materiale leggero, facilmente modellabile, isolante, resistente alla corrosione e molto economico da produrre.

Ha quindi tanti vantaggi, ma un enorme svantaggio: l’effetto devastante che sta avendo sull’ambiente. E’ infatti considerata una delle principali cause di inquinamento ambientale.

Che sia abbandonata in natura nella sua forma originaria, o che causi il rilascio delle “famose” microplastiche, la plastica impiega secoli per degradarsi.

Tante aziende stanno investendo ingenti capitali nel riciclo della plastica, nel settore tessile, ad esempio, abbiamo i filati Econyl e NewLife, ma per combattere l’inquinamento causato dalla plastica gruppi di ricercatori cercano di produrre materiali ecologici alternativi alla plastica, utilizzando fibre vegetali biodegradabili, o quantomeno compostabili quando correttamente smaltite nella raccolta differenziata.

Parliamo in particolar modo delle BioPlastiche, ma non lasciamoci ingannare dal nome: non tutte le bioplastiche sono così “buone” con l’ambiente, poiché la maggior parte necessita comunque di una corretta raccolta differenziata.

Questo vuol dire che, se lasciate in natura, causerebbero comunque una forma di inquinamento, anche se minore rispetto alla plastica tradizionale.

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Foglie di Banano al Posto della Plastica

Foglia di banano con sopra un pasto completo: riso, alette di pollo, kiwi

Un materiale alternativo alla plastica e una bella idea di imballaggio sostenibile: foglie di banano per avvolgere alimenti vegetali.

Nonostante l’allarme plastica sia un problema globale, nei supermercati è facile trovare frutta imballata con materiali plastici. Spesso siamo testimoni di cose assurde, come la frutta imballata singolarmente.

L’idea sta nel sostituirla sfruttanto le resistenti foglie di banano.

Ci piace, ma non pensiamo possa funzionare bene in Europa o in altri paesi, visto che non crescono piante di banane e dovremmo quindi importarle (scelta poco sostenibile).

Plastica di Latte (non vegan)

Due donne in cucina versano del latte da una brocca dentro una ciotola gialla su un tavolo

Gli scienziati indicano che le proteine ​​del latte possono aiutare a produrre una plastica biodegradabile utile per produrre materiali isolanti, cuscini, imballaggi e altri prodotti plastici.

Nel settore tessile le proteine del latte vengono usate anche per creare una forma di viscosa vegetale.

I ricercatori stanno valutando con attenzione la caseina -la principale proteina presente nel latte- trasformandola in un materiale alternativo alla plastica, biodegradabile, che integra la compressibilità e la rigidità del polistirene.

La plastica di latte è biodegradabile e riciclabile, non si incrina facilmente, ed è meno tossica per l’ambiente rispetto alla plastica derivata dal petrolio.

Plastica dalle Piume di Pollame (non vegan)

Primo piano di piume di un gallo

Gli Stati Uniti hanno evidenziato il problema dello smaltimento delle piume di pollame derivate dall’industria alimentare, le quali solitamente sono destinate agli inceneritori.

Grazie ad una brillante idea, oggi vengono usate per realizzare materiali alternativi alla plastica che simulano (almeno in parte) i vantaggi della plastica derivata dal petrolio.

Le piume di pollame sono costituite da cheratina, una proteina resistente e durevole come la plastica e che si trova anche nei capelli umani e nella lana degli ovini.

La plastica a base di cheratina ha dimostrato di essere più resistente allo strappo rispetto ad altri materiali alternativi alla plastica prodotti con soia, amido e altre fonti vegetali.

È economica, riciclabile, ed è una plastica biodegradabile. Inoltre, lo studio di questo materiale apre le porte ad un’eventuale applicazione di capelli umani come materia prima per produrre alternative alla plastica.

Plastica in Legno Liquido

Il legno liquido assomiglia e si comporta come la plastica, ma a differenza della plastica petrolifera il “Liquid Wood” è biodegradabile e adatto per creare prodotti di ogni genere.

Si possono usare trucioli e scarti di legno di acero, ciliegio, ebano, eucalipto, faggio, e di qualsiasi altra pianta.

Alcuni ricercatori usano il legno liquido come sostituto per creare giocattoli, mazze da golf, scatole di altoparlanti hi-fi e altri oggetti di uso comune. Questa alternativa ecologica alla plastica è utilizzabile anche nella produzione di borse, scarpe e accessori di moda.

La plastica di legno è biodegradabile, ecologica e riciclabile all’infinito.

Bioplastica da Miscele di Amido

Amido bianco (tipo farina) vicino ad una spiga di grano

Questa è sicuramente la BioPlastica più diffusa in commercio: l’amido, un polimero naturale che non è mai stato considerato come un elemento chiave dall’industria della plastica, nonostante le sue ottime proprietà meccaniche e il basso costo.

L’urgenza di fornire materiali a basso consumo energetico e provenienti da risorse rinnovabili, che offrano anche la biodegradabilità come caratteristica primaria, è servita a promuovere miscele di amidi, che oggi hanno raggiunto una quota significativa nei mercati mondiali.

Una quota che aumenta di anno in anno e sembrerebbe quindi essere la vera alternativa alla plastica.
La plastica a base di miscele di amido è biodegradabile e compostabile.

Bioplastica da Plastica di Policaprolattone (PCL/PLC)

Policaprolattone lavorato in alcuni bicchieri in plastica

Il policaprolattone è un poliestere alifatico sintetico applicato soprattutto in campo medico. Usato raramente a causa dei costi elevati, è una plastica biodegradabile se lasciata in natura, ma il corretto smaltimento va effettuato nel compost.

Per ridurre i costi di produzione, il PCL viene miscelato con sostanze naturali provenienti dall’agricoltura, come ad esempio l’amido.

E’ una alternativa ecologica alla plastica, compostabile e biodegradabile, ma attenzione a smaltirla correttamente nell’umido, poiché pur essendo biodegradabile in tempi brevi, contiene sostanze chimiche che se lasciate in natura causerebbero una forma di inquinamento ambientale.

Bioplastica da Plastica di Poliidrossialcanoati (PHA)

I polimeri di poliidrossialcanoato sono plastiche biodegradabili che assomigliano al polipropilene artificiale. Sono meno flessibili delle materie plastiche a base di petrolio, ma comunque utili per produrre film plastici, bottiglie stampate, imballaggi, e altri oggetti che non richiedono grande flessibilità.

Utilizzati nel settore della bioplastica poiché più ecologici rispetto ai polimeri della plastica derivata dal petrolio, sono biodegrabili e compostabili.

Bioplastica da Plastica di Polilattato (PLA)

Polilattato durante la produzione. Una donna versa del liquido con una brocca
Fonte immagine: https://cei.sonoma.edu/projects/search/biodegradation-polylactate-bioplastic

L’acido polilattico è un poliestere alifatico di origine vegetale con la capacità di decomporsi entro 50 giorni in un sito di compostaggio industriale.

Questo tipo di plastica non emette fumi tossici quando bruciato. Viene utilizzato per applicazioni di imballaggi “green”, parti automobilistiche e tazze da caffè.

E’ un’alternativa alla plastica derivata dall’acido lattico, biodegradabile e compostabile, poco nociva per l’ambiente se lasciata in natura, ma in ogni caso necessita di essere smaltita correttamente nell’umido.

Esistono diverse forme di plastica derivate dal polilattato, tra le quali segnaliamo: Plastica di Patate, Plastica di Mais, Plastica di Grano, Plastica di Cactus.

Nota: se vuoi approfondire l’argomento delle bioplastiche clicca qui.

Vetro, Legno e Metalli

Operaio lavora del metallo. Tasselli di legno. Bottiglie di vetro in lavorazione sotto un macchinario

Le alternative alla plastica sono anche queste, certo non possiamo imballare verdure in cofanetti di alluminio, ma possiamo usare bottiglie di acqua in alluminio piuttosto che comprarne di nuove in plastica.

Anche il vetro è rinnovabile all’infinito, come del resto il metallo. Certamente non sono industrie a basso impatto ambientale, ma nel complesso “sembrano” inquinare meno dell’industria della plastica.

Dobbiamo accontentarci? In parte si, oggi è il momento di fare la guerra all’industria della plastica, poi sarà il turno di quella metallurgica, e così via una dopo l’altra.

Il legno è invece una risorsa naturale decisamente sostenibile, ma è importante porre attenzione al discorso di piantaggioni sostenibili: certamente non vogliamo legno proveniente dalla foresta amazzonica.

A questo problema ci pensa la Forest Stewardship Council (FSC) con la sua certificazione che garantisce legno proveniente da foreste coltivate in modo responsabile, ci basterà quindi acquistare derivati dal legno con etichetta FSC.

Additivi per una plastica più Ecologica

Mentre la maggior parte del mondo scientifico è impegnato nel trovare alternative ecologiche alla plastica, altri stanno realizzando plastica biodegradabile usando additivi chiamati Prodegradant Concentrates (PDC).

I PDC sono sottoposti a processi di ossidazione che trasformano la plastica tradizionale in frammenti fragili a basso peso molecolare. Quando i frammenti si disintegrano si trasformano in anidride carbonica, acqua e biomassa, elementi che non contengono residui nocivi per la vita.

Questi additivi sono usati per produrre imballaggi di plastica monouso come contenitori per alimenti, pannolini usa e getta, coperture per discariche, sacchetti di plastica sottili e sacchi per la spazzatura.

Sebbene gli additivi PDC non siano completamente biodegradabili, i polimeri contenenti PDC sono più ecologici rispetto a quelli della plastica derivata dal petrolio.

Piatti e posate colorate in plastica compostabile e riutilizzabile

Quello di cui il mondo ha bisogno è creare un materiale plastico che sia biodegradabile se lasciato in natura, ma anche riutilizzabile più volte. Infatti, creare nuovi materiali usa e getta non ha più alcun senso, anche quando questi sono biodegradabili o compostabili.

FINE

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